INTOLLERABILE ... insostenibile ... incredibile...

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GLORIASTELLA
view post Posted on 21/5/2007, 10:13




ieri sera parlavo con mia mdre di come purtroppo gli interessi vincano sulla ricerca mi riferivo al dicloroacetato , lei mi guarda allibita e mi dice : ma come e ci lascerebbero morire tutti cosi ?

cosa dovevo rispondergli?

una risposta la sto cercando , lho anche chiesto a chi una risposta avrebbe dovuto darmela , ma niente ,bla bla , e intanto quello sorride
 
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Varechina
view post Posted on 21/5/2007, 11:21




Un pò di....psicologia


L'analisi delle risposte che sono state fornite a Lino e a Gloria dal prof. Umberto Veronesi, stigmatizzano un concetto che ormai da "presunto" é divenuto "assunto": la dirigenza sanitaria nazionale ha già pianificato per i prossimi anni quelle che saranno le linee terapeutiche antitumorali per i pazienti italiani.
Si tratterà di regimi terapeutici, considerati dai soliti noti all'"avanguardia", prodotti dai soliti noti, consigliati dai...soliti noti.
Quindi non aspettiamoci risposte in merito a strategie razionali e innovative: non potranno MAI venire.
Anche se riportassimo casistiche numericamente convincenti, la parte oscura del potere sanitario nazionale non accetterebbe di "perdere la faccia" (...e che faccia) di fronte all'errore ideologico commesso.
Sento comunque, e voglio comunicarvi la mia percezione, che il sistema sta per implodere.
Da più parti giungono segnali di viraggio culturale, l'approccio alla neoplasia comincia in più Scuole di pensiero a essere mirato unicamente alla biochimica del tumore, nel rispetto della cellularità sana.
Antichi sentieri vengono ripercorsi con vigore e rinverdita speranza: state certi che l'atteggiamento omertoso di pochi sarà un assordante atto di colpevolezza per coloro che hanno mancato l'appuntamento con la geniale intuizione clinica del Professore Luigi.
 
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Varechina
view post Posted on 21/5/2007, 17:34




Posto due righe in questo folder per esprimere la speranza che , quest'anno, il prestigioso Strega finisca tra pagine colte e non, come l'anno scorso, in un "Caos calmo" vacuo, scostante e blasfemo.
Speriamo che la giuria abbia cambiato pusher!!!
 
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Varechina
view post Posted on 21/5/2007, 17:53





Se fossi DUMBO...a chi riserveresti "il trattamento"?












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Romeo61
view post Posted on 21/5/2007, 18:00




ohmmmmmmmm.....ve l'ho mai detto che sò pure paragnosta?


....dalla sola delle scarpe che se vedono in basso a sx ... spetta che me concentro ....
sì !! : è un membro der governo ... un pò de giustizia ogni tanto ce vòle ecchèddiamine!
 
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Varechina
view post Posted on 21/5/2007, 18:04




...Voglio anche il parere di Lino e Adolfo!!!
 
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Varechina
view post Posted on 22/5/2007, 07:49




Finalmente una buona notizia dal fronte sanità (iniziativa della Giunta Regionale)




In Toscana i medici di base e i pediatri convenzionati col SSN saranno disponibili per visite dal prossimo 9 Giugno anche al sabato e nei giorni prefestivi.
Termina così un improprio esercizio della professione che, in certe evenienze di calendario, non garantiva la giusta assistenza sul territorio, demandando il compito a strutture già in sofferenza come i Pronto Soccorso ospedalieri.
Finisce così, mi auguro, anche quel larvato sentore di ansia che affliggeva la popolazione sofferente in concomitanza col fine settimana e coi giorni "rossi" del calendario.
La medicina e la chirurgia devono essere fruibili sempre, senza soste, basandosi su turnazioni razionali e trasparenti. Le patologie, purtroppo, non vanno in vacanza.
 
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Luciana75
view post Posted on 25/5/2007, 13:08




Sulla scia dell'indignazione generale e forse anche perchè così mi sfogo un pò e mi passano le paranoie, vi propongo un succulento argomento: LE NUOVE TESSERE SANITARIE MAGNETICHE!!!!!

Dapprima nate con l'obiettivo di immagazzinare i dati e la "storia" di ognuno di noi in modo tale da creare una banca sanitaria passpartout altamente avanzata, infatti, il mio medico di base ha ancora un archivio cartaceo in autentico stile anni '60!!!!
Ad oggi mi risulta che l'obiettivo primario sia quello di controllare quanto ognuno di noi "costa" al nostro caro SSN in quanto, nella mia città e non sò nelle vostre, è d'obbligo esibire la tesserina ogni qualvolta si vada a fare un esame oppure si vada in farmacia a "spedire" una ricetta medica.
Ecco fatto tutto ben contabilizzato nel cervellone......ed una volta raggiunto il "plafond" cosa facciamo????????
 
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pierafrancesco
view post Posted on 25/5/2007, 13:14




E' vero Luciana anche qui dal 1° marzo mi pare tutte le volte che vado in farmacia devo avere la tessera...infatti ora ce l'ho fissa in macchina...tanto non serve ad altro anche perchè se vado dal medico quella non la vuole, mi chiede sempre quella vecchia...
 
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Romeo61
view post Posted on 25/5/2007, 13:25




CITAZIONE (Luciana75 @ 25/5/2007, 14:08)
Ad oggi mi risulta che l'obiettivo primario sia quello di controllare quanto ognuno di noi "costa" al nostro caro SSN in quanto, nella mia città e non sò nelle vostre, è d'obbligo esibire la tesserina ogni qualvolta si vada a fare un esame oppure si vada in farmacia a "spedire" una ricetta medica.
Ecco fatto tutto ben contabilizzato nel cervellone......ed una volta raggiunto il "plafond" cosa facciamo????????

....riscriviamo er prontuario farmaceutico e fascie annesse e connesse ... ovvero ... ritorniamo al "fascismo" :woot:
 
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Varechina
view post Posted on 25/5/2007, 18:27




La pretesa, neanche minimamente velata, di controllare spesa sanitaria, usi e costumi dell'approccio al farmaco, accessi ai servizi medico- chirurgici...è veramente avvilente.
Aldilà di mere considerazioni sul contenimento della spesa, sulla trasparenza delle prestazioni farmaceutiche e mediche, qui s'infrange quella parte ultrasensibile di ogni essere umano: la dignità.
L'appropriazione di dati "sensibili" da parte di invisibili gestori, costituisce un ulteriore motivo di sofferenza per i malati, la cui esistenza é già minata da patologie
che mettono a dura prova il loro senso del pudore e amor proprio.
....Tutto converge, in questo piano di assoluto controllo dell'essere umano,....codice a barre sul passaporto, tessera sanitaria magnetica, anagrafe tributaria, identificazione satellitare delle tracce cellulari....e ci spacciano tutto per repressione del terrorismo internazionale...
....La corda é tesa già da molto tempo.
Sappiano i nostri governanti che lo stato accetta un'unica sovranità: quella dei suoi cittadini.
 
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lino64
view post Posted on 25/5/2007, 23:43




Caro Vare,leggo solo oggi le ultime scritte. Vuoi sapere chi a chi riserverei il trattamento? In primis a Garattini, non lo sopporto con il suo immancabile dolcevita!!!
 
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pierafrancesco
view post Posted on 26/5/2007, 06:03





Mio padre, sabato. Non c'era, la sua mente. Altrove.
Chissà dove. L'infermiera, non appena entro in stanza alle 18.00, mi dice 'E' dissociato.' 'Dissociato?' chiedo, 'Che vuol dire dissociato?' L'infermiera, che è a fianco di mio padre che sta mangiando, dice di non saperlo. Dice che non sa cos'ha mio padre, che è tutto il giorno che sta così. Tutto il giorno. E sono le sei di sera.

Ore sette di mattina. Finito il turno, chiamo mio padre. Cell occupato. Passano dieci minuti, lo richiamo. Non risponde. Altri cinque minuti, non risponde neanche questa volta. Entro in metro, venti minuti dopo, mentre sto tornando a casa, lo richiamo. Non risponde nemmeno questa volta. Giungo a casa, continuo a chiamarlo con insistenza. Risponde. Finalmente. Sono quasi le nove. Ma c'è qualcosa che non va. Gli parlo, non mi ascolta. Risponde con un 'Eh!?' 'Eh?!' Poi riattacca. Lo richiamo, sento qualcosa di strano. Non risponde, non risponde. Chiamo mia madre. Mi conferma di averlo sentito strano. Lo richiamo. Risponde di nuovo. Di nuovo 'Eh?!' 'Si.' Non ascolta. Sembra essere altrove. Chiamo il reparto. Il caposala mi dice che mio padre non ha niente di strano, ha solo sonno. Gli chiedo se gli stanno somministrando dei sonniferi. Mi dicono di no. Mi dicono di stare tranquillo. E' tutto normale avere sonno quando stai realizzando di essere in un polo oncologico, che hai un tumore. Ma questa cosa non mi convince. Richiamo mia madre. Gli dico cosa mi hanno detto gli infermieri. Mia madre dice che può essere così, anzi che è sicuramente così. Ma io non mi convinco. Uno come mio padre non reagisce in questo modo. Richiamo mio padre. Il telefono risponde, ma poi cade la linea. Richiamo, niente. Richiamo, niente. Mi preoccupo. Richiamo il reparto, mi dicono che lo stanno visitando e che è tutto a posto. Può essere che stia reagendo alla consapevolezza di avere un tumore. Mio padre sta reagendo alla sua condizione chiudendosi in se stesso. Lo dico a mia madre, mia madre dice che può essere anche così. Vado a dormire. Ho sonno.
Ora di pranzo. Mia madre ha provato a chiamare mio padre, ma nessuno risponde. Provo a richiamarlo anche io varie volte. Qualche volta il telefono prende ma poi cade la linea come se riattaccasse. Richiamo il reparto, mi dicono che mio padre è un pò strano, che ha sonno. Dicono di stare tranquillo, che è tutto normale. Normale? Non riesco a capire come possa essere normale una cosa del genere. Mio fratello è da mio padre. Dice che è assente. Mio fratello gli parla, ma mio padre sembra non esserci con la testa. Risponde con un 'Eh?!' 'Si.' o a caso. Oppure si addormenta all'improvviso. Nessuno sa cosa gli sia successo. Mio fratello torna a casa, mentre io sto dormendo. Ore tre, mi risveglio, accendo il cell. M. mi ha cercato. E' da mio padre con V. Dicono che è veramente strano, assente, che non riesce a camminare. V. dice che i medici gli hanno detto che può essere una reazione, una specie di difesa mentale contro la consapevolezza della sua situazione. Mi ripeto che una cosa del genere è impossibile. Ore quattro. Mi preparo. Ore cinque sono sul treno. Ore sei, sono in stanza con mio padre.

Lo spettacolo che mi si presenta è allucinante.

Mio padre è seduto che trema e cerca di mangiare. L'infermiera che è accanto mi dice 'E' dissociato.' Io gli chiedo cosa voglia dire. Lei allarga le braccia. Aiuto mio padre a mangiare, gli pulisco la bocca, cerco di parlargli, gli do un libro che mi aveva chiesto e che tiene a penzoloni tra le mani, lo aiuto a tornare a letto. Non parla. Non risponde. Sembra in uno stato avanzato del Parkinson. Terribile. Faccio duemila telefonate. Voglio capire cosa è successo a mio padre. Cosa gli è successo da un giorno all'altro. Non posso vederlo così. Non riesco a capire. Mi sembra perso. La sua mente, disintegrata, come dopo un violentissimo shock. A. mi dice che può essere il male che è andato al cervello ma no, non può averlo fatto così velocemente. V. continua a dire che può essere una forma di autodifesa, gli infermieri che non hanno idea. Il medico di guardia, intanto, è ad una emergenza e non può salire. Mio padre sì è fatto la pipì e la cacca addosso. Deve essere cambiato. L'infermiera dice che non può farlo lei, che devo farlo io. Io? Da solo? E come faccio? L'infermiera, una ragazzetta cicciottella e terribile, allarga le braccia. Mi sto incazzando. Incredibile che al Regina Elena vi sia una persona del genere. Intanto mio padre peggiora. E' nel letto, quasi non si muove, risponde a malapena. Io lo tengo per mano, lo accarezzo, lo bacio, gli dico di stare tranquillo, lui sembra riprendersi. Richiamo l'infermiera. Gli misura la pressione, normale. Mi dice di stare tranquillo, che di casi del genere ne hanno visti tanti. Forse. Non so più che fare. Ad un certo punto: la SVOLTA.

Gli tocco la fronte. E' calda,. E' troppo calda.

Gli chiedo 'Papà, ma che ti senti la febbre?'

Mi risponde 'Un pò.'

Vado dall'infermiera. Mi faccio dare il termometro. Tre minuti dopo: mio padre ha 39,5 di febbre. 39,5!!!!

Chiamo gli infermieri, nello stanzino a rigirarsi i pollici.

Arrivano di corsa. Flebo, taichipirina. La febbre scende, mio padre riacquista lucidità. Viene il medico di guardia (una donna), lo visista, tutto a posto.

TUTTO A POSTO?

Mio padre stava andando in coma per la febbre e nessuno se ne era accorto e lei mi dice TUTTO A POSTO?

Se non fossi andato a trovarlo io, nel pomeriggio, quei due infermieri terribili me lo avrebbero lasciato nel letto con più di quaranta di febbre. E dicevano 'E' dissociato.' DISSOCIATO UN C...

MIO PADRE AVEVA QUASI QUARANTA DI FEBBRE E NESSUNO SE NE ERA ACCORTO!!!

N-E-S-S-U-N-O.

Mio fratello, poi, ha fatto la notte da lui, io sono arrivato a lavoro con quasi due ore di ritardo.

Mio padre però ora sta bene.

Non era dissociato. Non era una forma di autodifesa. Non era il male che era arrivato al cervello.

Era solo una banale febbre che lo stava mandando in coma.

E al Regina Elena di Roma, reparto Oncologia B, sabato 19 Maggio 2007 NESSUNO SE NE ERA ACCORTO.

* * *

Caro Alberto,
Per episodi simili non ci sono parole. Un po' perchè si rimane come schiacciati di fronte a tanta incompetenza, arroganza, disumanità; un po' perchè nelle tue parole si ripercorre tutto il dolore e l'angoscia che ti hanno pervaso.
Chiunque leggerà quanto hai scritto proverà impressioni estremamente forti: preferiamo lasciare ai frequentatori del sito ogni commento.
Ci si permetta solo uno sfogo contingente: si sciacqui la bocca, e con un bel po' di colluttorio, prima di parlare (o far parlare), chi usa l'aggettivo "nocivo"... VERGOGNA!!!!
Ti siamo vicini Alberto.

STAFF DI BELLA INSIEME


A questo ragazzo, che avevo letto ieri sera in un blog che si è fatto da solo e dove tiene un diario giornaliero della malattia di suo padre, avevo risposto di venire qui sul clamo per stare con amici....


il BLOG DI ALBERTO ->
CLICCA QUI

Edited by Romeo61 - 29/5/2007, 17:58
 
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pierafrancesco
view post Posted on 26/5/2007, 07:01





Un decreto fissa gli standard a cui dovranno adeguarsi le Regioni
Cure antidolore, nuove regole entro il 2008
Terapie palliative in ospedale, o a domicilio, per almeno il 65 per cento dei malati terminali. Via libera, intanto, ai derivati della cannabis.

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MILANO - Da poche settimane (per la precisione, dal 21 aprile) è entrato finalmente in vigore il decreto numero 43 del 22 febbraio 2007 (firmato dai ministri della Salute Livia Turco e dell’Economia e Finanza Tommaso Padoa Schioppa) che fissa gli standard qualitativi e quantitativi per le cure palliative ai malati terminali: entro l’anno prossimo le Regioni dovranno adeguare le proprie strutture ai modelli descritti con molta precisione nel decreto, il cui obiettivo principale è quello di garantire un’efficace assistenza, sia a casa del malato, sia nei centri dedicati, gli hospice. Ma vediamo più in dettaglio che cosa prevede questo provvedimento, già previsto nella Finanziaria del 2005 e poi più volte ritardato a causa di molteplici ostacoli.
Diffusione del servizio. In primo luogo, il decreto stabilisce che almeno il 65 per cento dei pazienti terminali debba essere assistito nelle strutture sanitarie, o a domicilio, durante le fasi finali della malattia.
L’obiettivo è quello di spingere le regioni a incrementare progressivamente la disponibilità di posti per la degenza in centri specializzati.
Tempi d’attesa. Per arginare le liste d’attesa, che possono rappresentare uno scoglio insormontabile nel caso di pazienti in condizioni gravi, il decreto stabilisce che non dovranno trascorrere più di tre giorni tra la richiesta di assistenza e la presa in carico dell’ammalato. Con questi tempi dovranno essere esaudite almeno l’80 per cento delle richieste di assistenza a domicilio da parte delle Asl e il 40 per cento di quelle relative a ricoveri in hospice.
Informazione e qualità. Le Regioni dovranno anche garantire «l’informazione ai cittadini e agli operatori sull’istituzione della rete di assistenza palliativa, sulla localizzazione dei servizi e delle strutture e sulle modalità di accesso all'assistenza erogata dalla rete». Inoltre, è stato previsto un sistema per valutare costantemente il modo in cui la qualità delle prestazioni erogate viene percepita dai pazienti e dalle loro famiglie.
Cannabinoidi e oppiacei. Sempre nelle ultime settimane, un altro decreto del ministro della Salute (18 aprile 2007) ha dato il via libera anche nel nostro Paese - dopo molte polemiche - ai farmaci derivati dalla cannabis, come medicinali antidolore (questi medicinali, peraltro, non sono ancora disponibili, perché, come vuole la procedura, sono in attesa della domanda di registrazione da parte delle aziende farmaceutiche, ma è possibile importarli dall’estero). Il decreto punta anche a potenziare l’uso degli oppiacei a scopo terapeutico. «La volontà di assicurare un’adeguata cura del dolore non può prescindere dalla diffusione dei farmaci analgesici - commenta Furio Zucco, presidente della Società Italiana di Cure Palliative. - Rendere effettivamente più semplice la possibilità di prescrivere cure a base di oppiacei e incoraggiare l’immissione sul mercato dei derivati della cannabis è un’importante azione a sostegno dei malati terminali».
Giornata del sollievo. Ed è proprio il ruolo della medicina nella lotta al dolore, che non deve essere mai considerato una condizione inevitabile della malattia, il messaggio lanciato dall’associazione Gigi Ghirotti in occasione della VI Giornata nazionale del sollievo, che si celebrerà domenica 27 maggio. Sono moltissime in Italia, circa 250mila ogni anno, le persone che si trovano ad affrontare le fasi terminali di una malattia. «Se del male ci si occupa sin dal suo esordio utilizzando i farmaci che oggi la ricerca mette a disposizione - spiega Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano – allora è possibile controllarlo, restituendo al paziente una migliore qualità di vita. La battaglia contro il cancro è anche una sfida alla sofferenza e serve un maggiore impegno su più fronti per dare a tutti i pazienti la possibilità di vivere senza subire il dolore».
Le cure palliative in Italia. La spesa dedicata agli analgesici oppioidi forti (come morfina e metadone), indicati nel trattamento del dolore moderato e severo, nel nostro Paese resta molto bassa, nonostante qualche segno di crescita negli ultimi anni: mediamente infatti corrisponde circa allo 0,28 per cento della spesa farmaceutica globale. E, in base a quanto emerge da una recente ricerca condotta dall’associazione Altroconsumo su 4.675 medici (di cui 1.682 italiani) e 3.559 familiari di malati terminali (di cui 1.058 italiani), l’Italia risulta penultima nell’Unione Europea per l'uso di oppiacei a scopo terapeutico, seguita solo dalla Grecia. Inoltre l’83 per cento dei nostri medici afferma che gli antidolorifici oppiacei non sono ancora adeguatamente prescritti, nonostante il 65 per cento di loro pensi che tali farmaci non presentino difficoltà cliniche di utilizzo. Purtroppo, rispetto ai sondaggi precedenti, non emerge nessuna novità positiva neppure nella diffusione dei centri di cure palliative, gestiti dal Servizio Sanitario Nazionale o da organizzazioni no profit: sono solo 1.200 in totale i letti per poter ricevere questo tipo di cure in un’Italia «a due velocità», con un’assistenza decisamente più carente al Sud e nelle isole.
 
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pierafrancesco
view post Posted on 28/5/2007, 18:57




ANCORA SULLE LOBBIES DEL FARMACO

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