INTOLLERABILE ... insostenibile ... incredibile...

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Luciana75
view post Posted on 14/5/2007, 10:09




Il risultato della cattiva informazione è proprio questo caro Wolf.
Ci vaccinano all'anormalità in modo tale che nessuno riesca più a provare indignazione per quello che accade, distolgono la nostra attenzione dalla realtà fino a farla sembrare surreale.
Pensa che qualche settimana fa, mi sono trovata a discutere con una persona sulla questione dei bambini scomparsi e su quanto questo accada ogni giorno senza che nessuno se ne curi...ebbene questa signora mi ha dato della pazza quando ho accennato ai numeri (circa 1200 bambini all'anno solo in Italia, e solo quelli dichiarati senza contare zingari ed immigrati)...peccato che i numeri non me li sono inventati io....

http://www.missingkids.it/

 
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Adler Wolf
view post Posted on 14/5/2007, 11:23




Bella la tua espressione "vaccinare all'anormalità" cara Luciana.
Tu poi tocchi un altro tasto delicato....gli zingari! C'è da temere di essere denunciati per questo termine. Non si dice più zingari, ma "nomadi", "Rom" e vedrai che arriveranno altre espressioni edulcorate, che posso provare ad ipotizzare:
- "sine-domo"
- "deambulanti"
- "liberivaganti"
- "Nonstanziali"
- "Folio-alleggerenti"
- "Colf-pulisci-soldi"
e, crepi l'avarizia terminologica, mi sparo anche un acronimo:
"L.S." (Liberi Sottrattori)

Proibito dire che ci guardano come polli da spennare e tasche da ripulire! Già, si diventa razzisti (??!!).
Cosa fare? Niente altro che obbligarli - allo stesso modo nel quale siamo obbligati noi tutti - a rispettare le leggi ed il prossimo.
Ma, come dicono gli emiliani..."lassiamo stare".
Un caro ululato a tutti
 
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pierafrancesco
view post Posted on 14/5/2007, 13:33




FINANZIARIA 2007 E MDB E ANCORA SULLA CHEMIO...
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Edited by pierafrancesco - 14/5/2007, 15:54
 
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pierafrancesco
view post Posted on 14/5/2007, 19:33




Caro Direttore,

mio padre morì di cancro al fegato il 1 maggio 2003 all’età di 75 anni, dopo aver convissuto per ben 5 anni con una malattia che raramente ne concede più di tre.
Ultimamente i medici si permettevano allusioni atroci sul fatto che mio padre durava più del normale.
Il segreto?
All’inizio, la medicina Auyrvedica, che però era culturalmente troppo distante per un uomo del ‘28, poi la cura Di Bella.
Come familiare, posso testimoniare che la cura Di Bella, seppur complicata, ha funzionato bene ed ha concesso a mio padre una vita attiva, piena ed in qualche modo serena.
Poi, quando anche il dottore del metodo Di Bella gli pose l’aut-aut (“o con me o con la medicina ufficiale”), mio padre scelse l’ufficialità e questa se lo portò via in breve tempo.
Le sensazioni peggiori le ho provate nelle mezze parole dei medici, che, non lo dicono apertamente, ma spesso nel profondo del loro cuore non credono più a quello che stanno facendo e sono consapevoli di dirigere un mattatoio più che un luogo di cura e recupero.
Bisognerebbe trovare il sistema di rendere costosa la cura Di Bella, così che potrebbe scalzare la chemio nei protocolli di cura tradizionali; purtroppo ci stanno lavorando da anni, ma senza successo: costa sempre troppo poco.
E non è sarcasmo.
Saluti


Tratto da: Lettere al direttore EFFEDIEFFE
 
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Luciana75
view post Posted on 15/5/2007, 06:51




Credo che sia proprio così!
Pensate che lo scorso anno l'oncologo che seguiva mio padre all'ospedale, un giovane medico di 31 anni, è sparito per 3 mesi senza avvisarci.
Ho saputo da un'infermiera che era andato in crisi e aveva addirittura pensato di abbandonare la professione.
A volte penso che per alcuni di loro non sia facile andare avanti.

 
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pierafrancesco
view post Posted on 15/5/2007, 06:52




Concordo con te Luciana, la paura prevale....
 
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aude
view post Posted on 15/5/2007, 08:17




ho un amico pneumologo, che sta "vedendo" e "diagnosticando" tutte le vittime pro-amianto.... a volte lo incontro, per il corridoio, ci guardiamo in faccia, un ciao veloce e uno sguardo che dice più quello di tante parole...
Questo amico sta vedendo "sparire" tutti i suoi coetanei,. qui si muore spesso per l'amianto... ogni mese un amico di vita reale... mia madre.... mia madre.... ha vissuto due anni e mezzo, solo con l'interleukina fatta in un unico ciclo e senza nulla di più.. mio fratello ricordo che mi disse.... se vogliamo abbreviarle la vita.... facciamo la CT, altrimenti lasciamo andare avanti madre natura....
E' stato così... ho goduto mia madre per due anni e mezzo.... sorridendo, ridendo e piangendo con Lei, ben consapevole di cosa le stava accadendo. Ha deciso Lei ed ho rispettato molto questa sua decisione...
ora io non ho un "tumore" ma una malattia rara senza cure definitive, ieri mattina al centro di riferimento della zona, ho espresso l'intenzione di non sottopormi all'accanimento terapeutico, e poichè il prossimo passo sarebbe la CT, me ne guardo bene dal farla.
Venerdì avrò esami ematologo, non ho idea che cosa sia sortito, nè perchè mi vuole parlare a tu per tu... vedremo, la mia paura ultimamente sono le patologie iatrogene scatenate dagli immunosopressori che mi sono sorbita per tre anni, con febbre , nausea, mal di testa e tutti gli effetti coll. tipici di una chemio... questo a giorni alterni...
Non è servito, le lesioni nuove ci sono... attendo fiduciosa sviluppi nuovi...e qui in casa inizio a provare o ri-provare a parlare di altre alternative meno pesanti... spero solo che la parte "avversa" comprenda che forse staremmo meglio tutti, se io stessi meglio per me stessa....
A volte è veramente faticoso in famiglia, capirsi, farsi capire e soprattutto ACCETTARE..
un abbraccio..
 
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Varechina
view post Posted on 15/5/2007, 10:09




Ogni azione della nostra vita é connotata da una scelta, radicalizzando il concetto di "opzione", potremmo parlare di atteggiamento politico nei confronti di un' azione da intraprendere.
Doloroso compito, ormai quasi automatico, per i medici consapevoli al lavoro in corsia o in camera operatoria.
Ogni prescrizione, ogni presidio esperito a fine preventivo o terapeutico é la sintesi di una scelta politica, spesso inconsapevolmente politica, ma tale é.
A sostenerla: interessi azionari, farmaceutici, privati .....
In una nazione che si professa liberista stridente si evidenzia, invece, l'aspetto totalitario dell' amministrazione della sanità.
Le evidenti ingerenze dei cartelli farmaceutici in ogni sede applicativa della cultura e del pragmatismo medico, inquinano lo spirito necessariamente neutrale che deve regnare sovrano nell'ambito della scelta terapeutica.
Non ci si deve stupire dell'atteggiamento dei mesozoici dispensatori di morte: quasi sempre sono al soldo dei marchi più in vista - ricordate la collusione di Poggiolini - per esempio.
I crediti ECM, sempre più spesso sponsorizzati dalle ditte del farmaco, partoriscono sanitari asserviti.
Occorre rintuzzare con forza, con colta consapevolezza, con orgoglio le scelte che si sottoscrivono in onore alla propria autodeterminazione; bisogna irridere gli stolti che si infarciscono di numeri desunti da studi pilotati, bisogna rendere pubbliche le inadempienze culturali degli operatori sanitari dal vacuo sorriso commiserativo.
Quindi, cari amici, l'oneroso compito "rieducativo" compete anche a noi, attraverso i nostri scritti, le nostre discussioni, la critica costruttiva portata al cospetto dei medici curanti.
 
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pierafrancesco
view post Posted on 15/5/2007, 18:39




Come ti Riciclo il Farmaco Sporco - Il Ritorno del Talidomide

15 Maggio, 2007 in Consumo CriticaMente da Lameduck

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Negli anni ‘50 fu realizzato e immesso sul mercato quello che sembrava il farmaco ideale, il Contergan© (o Distaval©, tra i molti nomi commerciali che assumeva).
Era un sedativo meraviglioso ma privo dei pericolosi effetti collaterali dei barbiturici. Ne potevi prendere un’intera confezione e non rischiavi la morte per overdose. Era talmente blando che veniva consigliato alle donne in gravidanza alle quali per giunta era in grado di togliere la nausea mattutina. Il nome molecolare della mirabolante sostanza era imide dell’acido n-ftalil-glutammico, ovvero talidomide.

La ditta tedesca produttrice del farmaco, la Chemie Grunenthal, investì in una campagna di marketing senza precedenti che, attraverso inserzioni su riviste mediche e informazione diretta e martellante ai medici fece entrare il talidomide praticamente in ogni casa, tra l’altro in alcuni land tedeschi senza l’obbligo di prescrizione medica. Una specie di innocua aspirina da somministrare a tutti, e da consumarsi come le caramelle. Una panacea di tutti i mali da dare anche ai bambini, come recita questa pubblicità dell’epoca: “La vita del tuo bambino può dipendere dalla sicurezza del Distaval”.

Dopo qualche anno tuttavia cominciarono a comparire casi di neurite multipla che sembravano collegarsi all’uso del Contergan©. Alcuni pazienti che lo assumevano regolarmente lamentavano formicolii agli arti e vere e proprie sindromi neurologiche.
Il cammino trionfale del talidomide però proseguì, tanto da regalare alla CG utili di milioni e milioni di marchi.
Il talidomide dalle uova d’oro fu mescolato ad altri principi attivi e rientrò in decine e decine di prodotti farmaceutici destinati anche a curare il banale raffreddore.
I farmaci contenenti talidomide a quell’epoca venivano venduti in undici paesi europei e in molte altre parti del mondo. In Italia era presente sul mercato con ben una decina di nomi diversi.
Negli Stati Uniti però non passò le forche caudine della FDA a causa, o per meglio dire grazie alla caparbietà di una ricercatrice, Frances K.O. Kelsey che rigettò per ben due volte la domanda di ammissione del talidomide negli Stati Uniti, non persuasa della bontà della sperimentazione effettuata sul farmaco e preoccupata per gli effetti collaterali neurologici e i possibili effetti teratogeni, ossia la possibilità di causare malformazioni congenite nel feto.
Anche in Turchia un eminente ricercatore fu in grado di scoprire gli effetti teratogeni del talidomide semplicemente cambiando la razza di animale sul quale testarlo.

Nel 1956 un ginecologo australiano osservò un aumento dei casi, normalmente rarissimi, 1 su 4 milioni, di focomelia (malformazione congenita agli arti) nei neonati, e per primo collegò i danni fetali all’uso del Contergan© in gravidanza.
Nel 1961 il dottor Widukind Lenz denunciò ad un congresso di pediatria i gravissimi effetti collaterali del talidomide e ne chiese il ritiro dal mercato. Poco tempo dopo fu definitivamente dimostrata la responsabilità del farmaco per le gravissime malformazioni su almeno 10.000 bambini nati nel periodo del suo massimo utilizzo.
La casa farmaceutica inizialmente reagì con la negazione degli effetti collaterali e tentò anche di intimidire con pesanti minacce di morte i medici che avevano denunciato pubblicamente la nocività del talidomide.
Il talidomide fu infine ritirato dal mercato e quel nome rimase legato per sempre alle immagini impressionanti che comparivano sulla stampa di allora di bambini con le braccine attaccate direttamente alle spalle o con pinne al posto delle gambe.

Il processo tenutosi in Germania nel 1967 condannò la Chemie Grunenthal a risarcire le vittime del talidomide con milioni di marchi. I paesi colpiti crearono strutture adeguate al sostegno alle famiglie con figli focomelici.

E in Italia? Ufficialmente i nati deformi a causa del talidomide riconosciuti allora furono appena una ventina, ma a distanza di quasi cinquant’anni, una recente proposta di legge per l’assegnazione di un vitalizio alle vittime parla di circa 120-150 persone ancora in vita. Ricordate il fenomeno dei “pittori con la bocca e con il piede”, dalla cui associazione ogni anno ricevevamo i biglietti d’auguri natalizi da acquistare a fronte di un’offerta? Fra loro molti erano figli del talidomide.
Si deve aggiungere che il talidomide fu ritirato dal mercato italiano nel 1962, con un anno di ritardo rispetto agli altri paesi e che sul caso, nonostante le relazioni mediche congressuali che riferivano l’aumento preoccupante di casi di focomelia, vi furono molte reticenze dei governi di allora a fornire dati precisi sul numero effettivo di vittime.
Private di ogni sostegno morale, medico ed economico, le famiglie spesso finivano per nascondere i loro figli sfortunati e vergognarsene. L’unica assistenza che lo Stato italiano ha finora concesso alle vittime del talidomide è stata l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, riconosciuta tardivamente grazie all’articolo 3 del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27.

Questa la storia di cinquant’anni fa. Il farmaco che genera mostri viene accantonato e dimenticato.
Poi, come sempre più spesso accade, si pensa di riutilizzare il prodotto ritirato, magari riciclandolo come “farmaco orfano”, definizione che indica quei farmaci che sono utilizzati per patologie rarissime e quindi non hanno mercato, oppure sono stati ritirati per vari motivi, compresa la loro tossicità.
In molti paesi, se una molecola viene fatta rientrare nella categoria degli “orfani”, la casa produttrice può ottenere ingenti finanziamenti statali, esenzioni fiscali e innumerevoli altri benefici.

La scoperta, qualche anno fa, che il talidomide dà sollievo ai malati di lebbra provvede a sdoganare il killer di bambini una prima volta.
La seconda quando si comincia a parlare di Talidomide come farmaco anticancro per le sue proprietà angiostatiche (paradossalmente responsabili anche delle stesse malformazioni focomeliche) e viene lanciato nuovamente sul mercato dalla multinazionale Celgene con il nome di Thalomid© per il trattamento del mieloma multiplo.
Altri studi lo definiscono un farmaco ideale per alcune patologie legate all’AIDS.
Insomma, nonostante sul sito della Celgene vi siano avvertimenti sulla teratogenicità del farmaco (e vorrei vedere!) e raccomandazioni a caratteri cubitali sulle modalità d’uso si ha l’impressione che la gallina dalle uova d’oro abbia ricominciato a covare e che prima o poi ci vedremo riproporre il talidomide come panacea di tutti i mali. Come cinquant’anni fa.

La tragedia del Contergan© fu provocata dalla criminale leggerezza di coloro che non eseguirono test approfonditi sulla tossicità della sostanza e furono accecati dalla prospettiva di guadagni illimitati grazie al sedativo perfetto. Oggigiorno, quante garanzie abbiamo che quella lezione sia stata imparata? Che campagne ancora più massicce sui media non sarebbero capaci di far passare di nuovo come quasi innocuo qualunque farmaco, anche dal passato orrendo come il talidomide?
Siamo certi che dietro al riciclaggio di farmaci “sporchi” vi siano serie ricerche oppure solo manovre speculative e di marketing, come ho scritto nel mio ultimo post del caso del bupropione, antidepressivo fallito e dannoso riciclato come pillola contro il fumo?

Quei piccoli senza braccia e gambe non sono brutti incubi del passato, stanno lì a ricordarci che la medicina può trasformarsi in generatrice di mostri se si lascia incantare solo dal profitto.

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pierafrancesco
view post Posted on 17/5/2007, 10:03




Sulla Pelle dei Nostri Bambini.


Prendo un sapone dallo scaffale. Un “Bagno delicato” per mia figlia di pochi mesi. Sulla confezione -davanti- una serie di scritte rassicuranti ed invoglianti e una bella margheritona: “deterge e lenisce”, “PH fisiologico”, “con il principio attivo di camomilla”, “ipoallergenico, formulata per ridurre il rischio di allergie”, “per una pelle sana e protetta fin dai primi giorni”. Sarà vero?
Dietro, gli stessi concetti espressi con maggiore enfasi ed un tocco di poesia (piccola ode alla “sua schiuma cremosa”). Poi, più piccoli, gli ingredienti. Per legge gli ingredienti sono elencati in base alla quantità. La sostanza più usata in cima.

Avete mai letto gli ingredienti di queste cose? Servono 2 lauree. Lauree che non ho. Allora mi affido alla Rete.

AQUA. E’ l’acqua, si capisce. Avanti. Ce la posso fare.

COCAMIDOPROPYL BETAINE. Cos’è? mentre lo digitavo per cercarlo su wikipedia l’ho sbagliato 3 volte. Scopro che si tratta di un tensioattivo. I tensioattivi sono “sostanze che hanno la proprietà di abbassare la tensione superficiale di un liquido, agevolando la “bagnabilità” delle superfici o la miscibilità tra liquidi diversi.” [1] Secondo alcuni studi questa sostanza (abbreviata in CAPB) è un potenziale allergene. Secondo altri non si può parlare di allergia, ma di irritazione. Successivamente è stato dimostrato che tali rischi diminuiscono se alcune sostanze che potrebbero contaminarlo sono presenti in quantità ridotte. Viceversa se il livello di contaminazione è alto i rischi aumentano sensibilmente. Ma sto tranquillo. Se mi dicono che è “ipoallergenico” vuol dire che sono stati attenti a non contaminarlo. Vediamo cosa c’è dopo.

SODIUM MYRETH SULFATE: altro detergente tensioattivo. Molto economico, non serve a “detergere” né a “lenire” la pelle di mia figlia. Serve a creare la “cremosa schiuma”di cui sopra. Quindi una sostanza inutile. Sarà dannosa? Questa è una sostanza meno nota, ma non meno irritante, del SODIUM LAURETH SULFATE sul quale sono state dette molte cose su internet e non solo. Anche se è appurato che non causi il cancro Mi chiedo quanti tensioattivi siano necessari per rendere bagnabile la pelle di un neonato. Vado avanti, già un po’ troppo demoralizzato.

DECYL GLUCOSIDE: finalmente un detergente naturale, delicato, biodegradabile.

SODIUM BENZOATE: un conservante (in un bagnoschiuma?). Viene usato anche nei cibi, in particolare nelle bibite gassate. Tra le 5 o 6 sostanze effettivamente neutre compare anche il TRISODIUM EDTA, che però aumenta le capacità di penetrazione delle altre sostanze. Nel bene e nel male.

Il Bisabolol, il principio attivo della camomilla, è l’ultimo ingrediente. Ha “spiccate proprietà lenitive e antiarrossamento”. A questo punto mi chiedo se non ce l’abbiano messo per lenire gli arrossamenti causati dagli altri ingredienti.

Questi prodotti, che costano tra i 4 e i 10 euro a flacone, sono perfettamente inutili se non dannosi. Certamente sono molto utili per i produttori (i soliti noti, l’elenco non è necessario). Per il bagnetto non c’è niente di meglio di un po’ di bicarbonato di sodio o di amido. Un sistema naturale e semplice.

Come la pelle di un neonato.
 
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Varechina
view post Posted on 17/5/2007, 10:55




Cari Amici,
nel novero dei farmaci che compaiono usualmente negli armadietti medicinali domestici, non manca mai, alla voce antiinfiammatori, la nimesulide...
Mi occupai della molecola durante una sessione di studio dedicata ai trapianti epatici.
Un black box warning - avviso di pericolo - é stato emesso dall'autorità di controllo sul farmaco irlandese in seguito all'osservazione di alcuni casi di insufficienza epatica grave esitati in trapianto.
Peraltro tale avviso aveva interessato l'area svedese per le stesse ragioni cliniche.
L'attuale governo pseudoliberista ha ritenuto doveroso che alcuni farmaci venissero concessi all'utenza attraverso la grande distribuzione: al fallimento del progetto seguirà senz'altro il rilievo di un'aumentata patologia da abuso o cattiva gestione di certe molecole, come la nimesulide, che vengono vendute senza prescrizione e senza l'adeguata informazione che una molecola, potenzialmente epatotossica, richiede.
 
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pierafrancesco
view post Posted on 17/5/2007, 11:02




Tra l'altro c'è chi fa uso quasi giornaliero di questo prodotto in particolare del nimesulide perchè dicono che l'aulin non è la stessa cosa,e gia' qualche anno fa mi pare si fosse riproposto lo stesso problema, in tutta europa era stato sospeso per un po' di tempo ma in italia il pericolo era rientrato subito.......
 
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Varechina
view post Posted on 17/5/2007, 11:40




CITAZIONE (pierafrancesco @ 17/5/2007, 12:02)
....in tutta europa era stato sospeso per un po' di tempo ma in Italia il pericolo era rientrato subito.......

Colgo l'occasione offerta da Piera per ribadire che una nuova cultura della salute deve necessariamente passare attraverso la scuola, mediante l'acquisizione di princìpi che tendano sempre più a valorizzare, ove possibile, l'impiego di sostanze naturali a scapito della "chimica".
Diffidate dalle etichette tipo: ricette della nonna, il dentifricio della montagna di fluoro, l'ape operosa, l'aroma del bosco...nascondono frodi ideologiche da paura.


...A sottolineare la pressione che certi marchi esercitano sulla politica economica nostrana...

aulin - griffato
nimesulide - generico

Edited by Romeo61 - 17/5/2007, 14:30
 
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aude
view post Posted on 17/5/2007, 12:56




allora ho ragione io..... a tenermi mal di testae usare NULLA!! ciao, siamo di nuovosenza conn..sto provando il cell.. bacioni
 
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pierafrancesco
view post Posted on 17/5/2007, 14:48




Federfarma, l'associazione che raggruppa i titolari di farmacie: I farmaci a base di nimesulide «non sono mai venduti nelle farmacie italiane come medicinali Otc (over the counter), cioè senza ricetta» assicura il presidente Giorgio Siri. «E nessun farmacista ne consiglia l'uso se non è strettamente necessario, proprio per via delle possibili controindicazioni al fegato dovute al sovradosaggio. Già note a tutti da tempo». Ciononostante, Siri assicura che «sarà nuovamente inviata a tutte le farmacie della penisola aderenti a Federfarma la circolare che mette in guardia da un uso poco accorto e dal vendere il farmaco senza ricetta medica». Per il presidente dell'associazione dei titolari, il problema alla base del consumo della nimesulide «fuori prescrizione» deriva però dalla possibilità di «usare la ricetta del medico più volte nell'arco di sei mesi. E dalle confezioni del farmaco che contengono troppe bustine rispetto ai bisogni». «Proporremo al ministero della Salute di ridurre le confezioni di nimesulide, visto che il più delle volte si tratta di un farmaco usato all'occorrenza. E che mai - conclude Siri - deve essere assunto per un periodo prolungato».

PRECEDENTI - La nimesulide è già stata in passato al centro di casi analoghi. Nel marzo del 2002, infatti, le autorità sanitarie finlandesi avevano sospeso la commercializzazione del medicinale proprio per l'aumento delle segnalazioni di reazioni epatiche. Infatti, dal primo gennaio '98, nel Paese scandinavo si erano verificati 66 casi di danni epatici che hanno portato a due trapianti di fegato e a un decesso. Anche la Spagna, qualche mese più tardi, a maggio 2002, aveva sospeso cautelativamente la vendita di questo farmaco. In seguito ai provvedimenti di sospensione della commercializzazione del farmaco, l'Italia, quale paese a più alto consumo di nimesulide in Europa, è stata incaricata di predisporre, insieme alla Finlandia, un rapporto di valutazione completo sul profilo beneficio/rischio del farmaco. Dopo un processo di revisione dei dati esistenti durato 2 anni, il Comitato Scientifico dell'Emea (CPMP, ora CHMP) ha stabilito che il profilo beneficio/rischio della nimesulide è positivo e in linea con quello degli altri farmaci della stessa classe e ha confermato il mantenimento della registrazione del prodotto in tutti gli Stati membri inclusa la Finlandia, pur restringendone le indicazioni terapeutiche e aggiungendo altre controindicazioni nel riassunto delle caratteristiche del prodotto.
 
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1666 replies since 11/5/2007, 17:01   34375 views
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